Fino a qualche anno fa erano dei completi sconosciuti sulle nostre tavole, ma nel giro di poco tempo i frutti tropicali hanno conquistato un posto stabile tra le preferenze degli italiani. Oramai, infatti, non è più così raro trovarli nei più comuni supermercati o fruttivendoli, e spesso ci si lascia attrarre dal loro caratteristico aspetto e dal fascino esotico, dal loro nome insolito e, perché no, anche dal sapore così diverso da una tradizionale mela. Il rambutan (Nephelim lappaceum) è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, originaria della Malesia e molto diffusa in tutti i paesi tropicali dal clima piuttosto umido. Il frutto ha l’aspetto simile a quello di un piccolo riccio di mare dal colore giallo acceso o rosso fluorescente (difatti, in malesiano, rambut significa “peloso”, mentre in Vietnam, viene chiamato Chom Chom (“capelli sudici”), a causa dei filamenti che coprono la pelle del frutto), con spine morbide; mentre la polpa, che assomiglia molto a quella bianca trasparente del litchi, è succulenta, dal gusto dolce, con una profumazione molto aromatica.
I grandi alberi fruttificano 2 volte l’anno, hanno fronde molto folte e possono superare i 20 metri d’altezza. Esistono sia alberi di rambutan maschio (che fioriscono soltanto), che alberi femmina ed ermafroditi (che fruttificano e fanno sbocciare anche una quantità minima di fiori maschili). Inoltre, per la loro forte presenza scenica data dalle fronde maestose e dai frutti accesi, sono impiegati come straordinarie piante ornamentali. Il frutto contiene 64 Kcal per 100 gr di prodotto, ha un elevato contenuto di vitamina C, che previene i danni dovuti ai radicali liberi, aiuta l’assorbimento del ferro e protegge il nostro sistema immunitario; contiene piccole quantità di rame, coinvolto nella formazione dei globuli rossi e dei globuli bianchi, manganese, di cui il nostro corpo ha bisogno per produrre e attivare gli enzimi, contiene glucosio, fonte energetica principale delle nostre cellule, importante anche per la salute del nostro cervello, ferro, indispensabile per combattere la fatica dovuta all’anemia e per attenuare le vertigini; fosforo, che espelle le sostanze di rifiuto dai reni, oltre ad essere essenziale per lo sviluppo, la riparazione e la salute dei tessuti e delle cellule corporee, calcio, indispensabile per forticare denti e ossa. La polpa del rambutan è piena di flavonoidi, antiossidanti che riducono il colesterolo, hanno proprietà antinfiammatorie e contrastano il cancro; acido gallico, contro i danni ossidativi nel corpo, che prevengono la formazione di tumori.
Del rambutan, che ha proprietà energetiche, rivelandosi di grande aiuto per sportivi e giovani sempre in movimento, non si butta via nulla. Le parti dell’albero (corteccia, radici e foglie) hanno vari usi in medicina e nella produzione di colorante per la seta. In medicina viene usato il pericarpo, la parte che avvolge il frutto, che contiene un alto contenuto di tannino e saponina e nell’Isola di Java viene venduto un intruglio di questo pericarpo come medicina tradizionale. I malesi utilizzato il decotto di radici per curare la febbre; mentre un decotto di corteccia per trattare le malattie della bocca e da somministrare alle mamme dopo il parto. Secondo i malesi, il frutto del rambutan aiuta ad eliminare i vermi intestinali e allevia la diarrea, mentre le foglie attenuano il mal di testa ed i semi, non utilizzati alimentarmente, servono a produrre sapone per l’alto contenuto di alcune preziose sostanze grasse, tra cui l’acido oleico e arachico. In Thailandia il rambutan ha addirittura una festa in suo onore. Questa particolare ricorrenza è dedicata al primo albero thailandese piantato nel 1926 e in quel giorno sfilano maestosi carri decorati di frutta e scimmie addestrate.
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