27.06.2022 – 13:05 – L’estate 2022 è appena iniziata ufficialmente da pochi giorni e i triestini, seppur lo facciano già da diversi mesi grazie alle temperature miti che hanno caratterizzato le settimane finali della scorsa primavera, hanno ricominciato a popolare in massa il lungomare di Barcola; chi per prendere la tintarella, chi per fare il bagno, chi per cimentarsi in gare di clanfe od inscenare memorabili partite di carte o bocce con i propri amici all’ombra della pineta. Purtroppo, come spesso accade in questi contesti estivi all’aria aperta dove c’è un grande concentramento di persone, insorgono alcune problematiche di decoro; in questo caso parleremo di un fenomeno relativo esclusivamente alla corrente stagione. Negli scorsi giorni, infatti, ci è giunta la segnalazione da parte di un bagnante, avventore del tratto balneabile successivo ai topolini, riguardo alcune persone che, dopo aver trascorso la giornata al mare utilizzano le docce comunali installate lungo il marciapiede a strapiombo sul mare. Fino a qui nulla di male direte voi, se non per il fatto che il lavaggio del corpo avviene con l’utilizzo di shampoo e bagnoschiuma come se fossero nel bagno di casa, provocando non solo un inquinamento dell’acqua marina sottostante alla doccia, il quale si riempie di schiuma altamente nociva per pesci, flora e fauna marina, ma anche l’irritazione degli altri bagnanti costretti ad aspettare in fila per troppi minuti con il conseguente svilupparsi di liti e accesi diverbi. Utilizzare saponi nelle docce pubbliche degli stabilimenti balneari, se non espressamente indicato sulle stesse in quanto dotate di un’apposito impianto di raccolta delle acque reflue, non è consentito in alcun luogo, tantomeno sul lungomare barcolano, secondo quanto previsto dal regolamento per la balneazione stilato ed aggiornato ogni anno dal Comune di Trieste, in osservanza di ulteriori documenti quali la legge regionale 26 del 13/11/2006 in materia di “demanio marittimo con finalità turistico-ricreative” a sua volta redatta seguendo le predisposizioni della legge regionale 16/2002 in materia di difesa del suolo e del patrimonio idrico, ed i regolamenti di Capitaneria di Porto.
“Voglio lanciare un appello alla cittadinanza affinchè le docce del lungomare di Barcola vengano utilizzate nel rispetto delle regole esclusivamente per risciacquarsi dopo aver effettuato l’accesso al mare – ha dichiarato l’Assessore Comunale ai Lavori Pubblici Elisa Lodi ai nostri microfoni – è impensabile che delle docce pubbliche vengano utilizzate per effettuare un’effettiva doccia con bagnoschiuma e shampoo. Al netto del fatto che non ci siano indicazioni che vietino l’utilizzo del sapone in tal senso, non toglie che il divieto esista. Invito i cittadini a comportarsi in modo consapevole al fine di evitare al Comune di dover mettere dei cartelli i quali comporteranno una spesa a carico del contribuente aggiungendo ulteriore lavoro all’Amministrazione Pubblica” – ha concluso l’Assessore.
Come ricordato dalla Capitaneria di Porto, chi dovesse essere “pizzicato” ad infrangere tale regolamento, potrà essere sanzionato per diverse centinaia di euro non solo dai militari della Guardia Costiera, impegnati durante il periodo estivo nel pattugliamento della riviera per garantire la sicurezza tanto dei natanti in mare quanto dei bagnanti a riva, ma anche dalla Polizia Locale di Trieste e dalle Forze dell’Ordine come Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, anch’essi impiegati sul lungomare di Barcola, tanto con operatori in divisa quanto in borghese.
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